Una volta non se ne parlava così tanto…ma oggi è ormai sulla bocca di tutte. Il motivo? Semplice…ci piace essere e sentirci belle anche se gli anni iniziano ad andare su. Una volta le nostre mamme o nonne si rassegnavano alle vampate, agli sbalzi umorali e ai cambiamenti fisici, ma adesso le cose sono completamente diverse. E PER FORTUNA! La donna è bella in ogni fase della sua vita, e meritiamo di poterci sentire tali guardandoci allo specchio e sorridendoci come adolescenti innamorate. E poi scusate..non vorrete mica rinunciare a quei bellissimi pantaloni all’ultima moda solo perché il nostro corpo sta attraversando un cambiamento? E cosa dire dei capelli poi! Si…stanno mutando si stanno diradando…ma avete visto i nuovi tagli della primavera?!? Non ditemi che non vi immaginate già con uno di questi. Quindi il segreto è, come con tutto, cercare di capire come arginare i problemini che ci si presentano e non rinunciare a nulla di ciò che ci piace. Ma facciamo un passo alla volta e cerchiamo di capire meglio cosa succede di specifico nel nostro corpo.
Tutta colpa degli estrogeni.
Pensando alle modificazioni fisiche cui si può andare incontro in menopausa sicuramente vengono in mente la perdita di tono cutaneo e le rughe…a questo ogni donna è preparata ma ciò che invece proprio non si aspetta è di veder mutare la propria chioma. I capelli bianchi non sono un problema ma perderli e vederli diventare ogni giorno più sottili ed opachi sorprende e preoccupa non poco. Per alcune donne infatti la menopausa si accompagna con la perdita di vigore e lucentezza dei propri capelli che diventano ogni giorno più brutti e più radi….! Questo perché il progressivo diminuire delle componenti ormonali femminili può portare ad un aumento relativo dei livelli di androgeni con effetti visibili su cute e annessi cutanei, sedi particolarmente ricche di recettori sensibili agli ormoni maschili.
A livello del bulbo pilifero può avvenire la conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), ad opera dell’enzima 5-alfa-reduttasi. Questa trasformazione, non più mitigata da adeguate cariche di estrogeni (che calano fisiologicamente a causa della menopausa), si fa sentire con la perdita di vitalità del capello, il quale diventa progressivamente più sottile, spento, opaco, sino a cadere (il DHT è infatti denominato il “killer ” dei capelli).
Il diradamento che colpisce le donne durante la menopausa si può quindi configurare come una vera e propria alopecia che si manifesta soprattutto sulla parte superiore del capo (come descritto dalla scala Ludwig). Contrastare la caduta dei capelli diventa pertanto indispensabile per evitare che i follicoli piliferi, colpiti da questo sbalzo ormonale, producano capelli sempre più fini (vellus) e, infine, si atrofizzino del tutto portando alla calvizie.
Cosa succede ai follicoli colpiti dal diidtrotestosterone o DHT?
Oltre agli effetti già descritti, i follicoli colpiti dall’eccesso di androgeni subiscono una de-sincronizzazione del naturale ciclo del capello. Ciò implica che alla caduta di un capello “vecchio” non sempre vi sia un nuovo capello pronto alla sua sostituzione: questo può determinare la presenza di meno capelli sul cuoio capelluto e l’esistenza di zone visibilmente diradate che suscitano nella donna preoccupazione e notevoli ripercussioni psicologiche.
Esistono dei rimedi per contrastare la caduta dei capelli in menopausa?
Il rimedio migliore è sicuramente la prevenzione. Effettuare un controllo dei capelli durante questa fase di transizione della vita è sicuramente un passo importante. L’analisi tramite capilloscopio consente di valutare lo stato di salute non solo del nostro capello ma anche del cuoio capelluto. Indago di Nubea è uno strumento per l’osservazione diretta di anomalie ed inestetismi del cuoio capelluto non apprezzabili con l’ispezione ad occhio nudo, che consente di valutare quale trattamento specifico utilizzare per coadiuvare la problematica specifica presentatasi.
A seconda del risultato ottenuto ci sono prodotti specifici alle diverse esigenze e, applicati con costanza e nel giusto modo, (ricordatevi che la fretta è sempre cattiva consigliera) danno risultati sorprendenti.
La linea Sursum di Nubea è il perfetto aiuto per ogni stadio del problema, che sia nella sua fase iniziale o avanzata. La lozione quotidiana e l’uso dello shampoo grazie alla loro azione nutriente e coadiuvante anticaduta, migliorano lo stato del capello prolungandone la vitalità. A questi, per i casi in cui la caduta è già ad un livello molto evidente si possono associate le fiale che contrastano la caduta, assicurando nutrimento e forza al capello, e i patch monouso ad azione localizzata e topica. Formulati a base di Oli Essenziali, estratto di Luppolo e Bisabololo, sono noti per il loro effetto nutriente su cute e lunghezze, e per il rapido aiuto nel far riacquisire forza e vitalità al capello prolungandone il ciclo vitale. L’innovativa tecnologia di applicazione permette il rilascio delle sostanze funzionali in 10-12 ore. Da utilizzare quotidianamente in sinergia con gli altri prodotti della linea Sursum.
Ma è solo colpa degli ormoni?
La diminuzione degli estrogeni gioca un ruolo importante nella caduta dei capelli durante la menopausa ma non è l’unica causa. Altri fattori contribuiscono a rendere il fenomeno più acuto e visibile tra cui l’ereditarietà, un fattore importante per determinare il fenomeno del diradamento (sia in linea paterna che materna). La presenza di un genitore già colpito da alopecia è sicuramente un elemento da segnalare in sede di analisi del capello. Anche lo stile di vita può influenzare la caduta dei capelli. L’abitudine di bere e/o fumare giocano un ruolo negativo nel processo di diradamento. Il fumo e l’alcol hanno infatti il potere di indebolire i nostri capelli già colpiti dalla “tempesta ormonale” della menopausa. Ovviamente anche la dieta è un altro fattore di cui tenere assolutamente conto. La carenza di elementi proteici e vitaminici può infatti essere una concausa importante all’indebolimento dei capelli.
Alimenti da evitare
- Zuccheri: zucchero raffinato (bianco, ossia saccarosio), glucosio, maltosio, mannitolo, lattosio, galattosio, succo d’acero, succo d’agave, miele, melassa, cioccolato, marmellate, creme, budini, caramelle, biscotti farciti, prodotti di pasticceria in generale, sciroppi, succhi di frutta, gelati, bibite zuccherate etc.
- Cereali raffinati: pane bianco, cereali brillati e farine “bianche” perché poveri di minerali e vitamine.
- Latte (e tutti i latticini, incluso lo yogurt).
- Carne (rossa) il cui catabolismo proteico favorisce l’acidificazione organica, condizione che per essere tamponata priva il Calcio dalle ossa, incrementando lo stato di demineralizzazione.
- Cibi industriali (confezionati, conservati, raffinati).
- Caffè.
- Alimenti a cui si è intolleranti o allergici.
- Sale raffinato.
- Alcolici.
Alimenti da consumare con cautela
- Spinaci e bietole perché contengono acido ossalico che rende poco utilizzabile il Calcio (va pertanto evitata la loro associazione ai cibi ricchi di Calcio).
- Carne bianca (biologica).
- Zucchero di canna integrale (solo se indispensabile). Come dolcificante preferire malto di riso, di mais, d’orzo, dolcificanti naturali ottenuti dalla germinazione dei cereali, peculiarità che li rende un concentrato di minerali e vitamine. Il malto a differenza dello zucchero grezzo di canna viene assimilato lentamente dall’organismo e fornisce un’energia costante e continua mantenendo il tasso glicemico pressoché uniforme. La germinazione inoltre contribuisce alla formazione di amilasi, enzima che favorisce la demolizione dell’amido, riducendo la quota che arriva indigerita nell’intestino crasso e quindi minimizzando il rischio di fermentazioni.
- Uova (solo se biologiche).
- Si consiglia anche di evitare l’eccesso di cereali contenenti glutine soprattutto frumento, farro, orzo, segale e derivati.
- Tè comune e tè verde.
Alimenti da preferire
- Frutta e verdura biologica di stagione per la spiccata azione antiossidante e immunostimolante.
- Cereali integrali e pseudocereali privi di glutine (riso, miglio, mais, quinoa, amaranto, grano saraceno).
- Legumi (lenticchie, ceci, fagioli, piselli, soia, fave).
- Oli di prima spremitura a freddo (oliva, cartamo, sesamo, canapa, lino, etc.).
- Tofu, tempeh.
- Pesce di piccola taglia e di mare aperto (orate, sardine, branzini, triglie, sgombri, etc.).
- Semi oleaginosi (di lino, di zucca, di sesamo, noci, mandorle, nocciole).
- Sale integrale. Per la colazione preferire bevande vegetali (“latte” di soia, di miglio, di quinoa, di grano saraceno, di avena, di riso, di riso germogliato, di mandorle), tè rosso, tè kukicha (privi di teina e caffeina), i fiocchi (di quinoa, di riso, di grano saraceno), i soffiati (di miglio, di riso, di grano saraceno, di amaranto), yogurt di soia.
- Alghe (Kelp).
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